La verità sui chili di troppo. I ricercatori dell’Università della California hanno spiegato perchè essere in sovrappeso o obesi è pericoloso per la nostra salute…

Recentemente alcuni ricercatori dell’Università della California (USA) hanno pubblicato un articolo per spiegare le conseguenze del sovrappeso e dell’obesità. Ti racconto quello che hanno scritto e ti riassumo i concetti principali.

Nel 2013 l’Associazione dei medici americani ha definito l’obesità come una malattia. Secondo i ricercatori la causa principale di questa epidemia globale di obesità (globesità) è “l’ambiente obesogenico”, caratterizzato principalmente dalla presenza di prodotti raffinati e ricchi di zuccheri e da comodità e tecnologie che “sedentarizzano” l’uomo. I ricercatori stimano che nel 2030 (a breve), il 40% delle persone in tutto il mondo sarà sovrappeso e una persona su 5 sarà obesa. Ma capiamo insieme perchè è così pericoloso essere sovrappeso o obesi…

Pensi che il grasso, spesso localizzato sulla pancia o sui fianchi, sia solo un deposito di energie esteticamente fastidioso ma relativamente innocuo??? In realtà non è prorpio così. I ricercatori affermano che il grasso accumulato nel nostro corpo è un vero e proprio ORGANO, attivo e in grado di produrre molte molecole dannose. Queste sostanze prodotte facilitano l’insorgenza di molte malattie come: diabete di tipo 2 (diabete tipicamente dell’adulto), cancro, infarti o ischemie cerebrali, ipertensione e colesterolo alto, artriti, difficoltà respiratorie, fegato grasso, alterazioni ormonali (sindrome dell’ovaio policistico), flebiti ecc…

Mantenere un peso corretto non è solo una questione estetica legata all’autostima, significa soprattutto volere bene a se stessi e prevenire molte patologie croniche.

Purtroppo continuano a raccontarti che l’aspettativa di vita è aumentata e continuerà a farlo. Parallelamente l’obesità e le patologie correlate ad essa aumentano. Come è possibile? Le due cose sembrano andare in direzioni opposte… In realtà, entrambi i dati sono veri, ma il problema è più complesso. Ti spiego: è vero che le persone vivono più a lungo ma vivono da malati cronici!!! Secondo te, quante persone arrivano a 80 anni senza dover convivere con 3 o 4 malattie, una decina di pastiglie al giorno, continue terapie e visite in ospedale, scarsissima qualità di vita, magari allettati o incapaci di uscire di casa??? Pochissimi. Allora dovremmo fare tutti una distinzione importante tra vivere e sopravvivere. Questo è uno dei tanti paradossi della società moderna. Nessuno investe nella prevenzione, considerando che il guadagno sarebbe solamente per i cittadini e per la sanità pubblica, ma continuano a investire in nuove cure e terapie per patologie create dalla società stessa. Non basta…

Ecco perché non puoi aspettare che qualcuno ti dica di seguire uno stile di vita sano e di mangiare meglio. Devi agire fin da subito, il prima possibile. Non metterti a DIETA (che brutta parola). Dieta significa fallimento. Cambia stile di vita e inizia dalle piccole cose: dalla quotidianità. Per farlo bastano alcuni consigli.

Proprio per queste ragioni, è importante predisporsi al cambiamento. Ogni giorno che continui ad assecondare le offerte che questa società perversa ti propone, stai perdendo un’occasione per fare del bene a te stesso e a chi ti sta attorno.

Vuoi sapere se il tuo peso è corretto, prova a fare questo semplice calcolo

Per sapere se il tuo peso è corretto puoi fare questo semplice calcolo: prendi il tuo peso (esempio 72 chili), dividilo per due volte la tua altezza espressa in metri (es. 1,80) (72 diviso 1,80=40) (40 diviso 1,80=22,2 indice di massa corporea). Se il risultato finale è compreso tra 18,5 e 24,5 il tuo peso è corretto (in questo esempio è corretto perchè è 22,2). Se è superiore a 24,5 sei in sovrappeso. Se è inferiore a 18,5 sei sottopeso. Se è superiore a 30 sei obeso.

Ricordati che questo calcolo non è l’unico parametro che il dietista considera nella valutazione dello stato nutrizionale.

Bibliografia:

*Meldrum DR, Morris MA, Gambone JC. Obesity pandemic: causes, consequences, and solutions—but do we have the will? Fertility and Sterility. aprile 2017;107(4):833–9.

Scritto da Dott Francesco Arena ©

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